Storia e Cultura

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Sparanise si sviluppo intorno alla chiesa di S. Vitaliano, fatta erigere da Roffredo del monastero benedettino di S. Vincenzo in Volturno.

 

I coloni presenti nel territorio coltivavano le viti dell'uva che forniva ai signori romani: il vino caleno, simile al falerno e al cecubo nelle mense aristocratiche.

Durante le guerre puniche Cales con altre colonie della Campania negarono al Senato di Roma i  contingenti militari e da questo rifiuto ne consegui un duro castigo citato nei testi di Tito Livio.

Intorno al mille nel territorio di Calvi sorse un organismo rurale le ville nei Capitolari di Carlo Magno.

Furono fabbricate delle corti o corticelle (Curtes), ed in mezzo ad esse una chiesa, e lo stesso Roffredo o un suo successore costrui un castello (castellum) in luogo sicuro, affinché i suoi fedeli contadini (curtenses) nei casi, allora non infrequenti, d'incursioni trovassero un rifugio difeso, per le loro persone e per le loro derrate e masserizie.

La villa non si chiamò subito Sparanise, ma, forse, S. Vitaliano: Sparanise, nome posteriore alla sua origine, derivò com'è sembrato a qualcuno, da un cognome Sparano, molto diffuso e più notevole nella villa, o dall'appellazione del territorio stesso in cui sorsero le corti.

La chiesa di Roffredo che serba ancora la pianta e le linee esterne di una lombarda chiesetta benedettina del tempo, fu dedicata a S. Vitaliano, o Vescovo di Capua, che poco più d'un secolo prima, aveva riempita la regione con la fama dei fatti della sua drammatica vita e dei suoi benefici prodigi dopo morto.